L’umanità è sull’orlo del collasso, in una deriva gestita dai poteri forti.
Nessuno sembra opporvisi e il cittadino medio si sente indifeso ed impotente di fronte all’élite globalista che ha in mano praticamente tutto: la politica, l’economia, la religione, la scienza, la cultura, i media.
Ma una speranza esiste, anzi, una certezza.
Il mostruoso Moloch che sta divorando il pianeta Terra verrà sconfitto e una nuova era sorgerà dalle ceneri di questa società votata alla catastrofe certa.
https://piergiorgiocaria.it/crisi-planetaria-e-visita-dal-cosmo-guarda-la-registrazione/
Una speranza che viene dal Cielo, e che da oltre settant’anni lotta e resiste per noi.
Esseri che si sono infiltrati in tutte le istituzioni umane e stanno instancabilmente lavorando per un radicale cambio di questa situazione.
Entità che nei loro messaggi ci offrono consigli preziosissimi per poter essere anche noi partecipi e protagonisti di questo straordinario momento di rinascita dell’umanità.
https://www.youtube.com/watch?v=yfEb0N2QStI
Biolab sì o Biolab no?
Di quale scienza dovremmo fidarci?
Casca il mondo casca la Terra?
Hai paura dell'Intelligenza artificiale?
Questo ed altro in questa puntata di Effetti Collaterali con l'elegante Augusto Bassi e il cafoncello da bar Andrea Tosatto
https://odysee.com/@visionetv:2/morti-di-pharma:7
https://www.youtube.com/watch?v=XS1VlnrlTnQ
Soldi dall’Europa, denaro dall’Unione europea per i media: moneta per far parlare delle elezioni europee (si vota in giugno).
Banconote o, meglio, ricchi bonifici per giornali, tivù e web.
Soldi per magnificare i presunti risultati ottenuti dall’Unione europea negli ultimi anni.
Soldi che rischiano di addomesticare una stampa già di per sé molto mite.
Diciamo che si tratta di un altro osso succulento lanciato a quello che dovrebbe essere il “cane da guardia” della democrazia: una stampa che dovrebbe vigilare, una cane che – salvo rare eccezioni – appare invece sotto sedativo.
Si parla di finanziamenti europei: cifre tra i 100 e 250 mila euro a singola testata.
Tutto questo fa ragionare sul ruolo dei media di oggi.
Media dove il racconto è sempre uni-direzionale.
E guai a toccare note musicali diverse rispetto a quelle del coro.
In questo caso si tratta di un coro con le stelle dell’Unione europea.
Ne parliamo, dopo le rivelazioni del Fatto Quotidiano, dai nostri schermi assieme ai giornalisti Franco Fracassi e Fabrizio De Marinis.
https://www.byoblu.com/2024/04/02/unione-europea-pioggia-di-soldi-per-giornali-tivu/
La Spagna chiude Telegram, o almeno ci prova.
Il 22 marzo il giudice Santiago Pedraz della Corte nazionale di Madrid ha emesso un’ordinanza di blocco dell’applicazione su tutto il territorio spagnolo.
I motivi della chiusura di Telegram
A motivare la decisione è stata la causa intentata da Mediaset, Antena 3 e Movistar e dall’Egeda, l’ente di gestione dei diritti di proprietà intellettuale. I tre colossi dei media spagnoli e l’ente avevano accusato Telegram di diffondere illecitamente contenuti protetti da copyright.
Da qui la decisione del capo del Tribunale Centrale d’Istruzione, dopo che i responsabili della piattaforma non hanno risposto alle sue richieste in merito alla contestazione sui diritti d’autore.
Il blocco doveva essere attivo già dal 23 mattina, tuttavia la piattaforma ha continuato ad operare ed ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia europea.
Le autorità spagnole non hanno fatto altro che constatare la mancata ottemperanza alle decisioni del tribunale, imponendo un limite massimo di tre ore, che non ha sortito effetto.
La sospensione della decisione
Nella mattinata del 25 marzo, mentre si attendeva la denuncia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con cui il partito Pirates de Catalunya, intendeva chiedere una rettifica della sospensiva ed un provvedimento per impedirne il prolungamento, il giudice Pedraz ha sospeso il blocco della piattaforma con una nuova comunicazione, in cui chiede al Commissariato Generale dell’Informazione un rapporto sulla piattaforma Telegram e sull’impatto che la sospensione potrebbe avere sugli utenti.
Sul profilo X dei Pirates de Catalunya un post mette comunque in guardia gli utenti della app con l’aeroplanino di carta: “attenzione, perché il giudice parla solo di sospensione temporanea.
Continueremo a monitorare l’evolversi del caso e manterremo le misure di pressione finché la censura di Telegram non sarà completamente esclusa”.
La reazione degli utenti di Telegram e delle associazioni
Tra gli utenti di Telegram, che in Spagna superano gli otto milioni, la decisione del giudice ha suscitato una larga protesta e la convinzione che si trattasse di una misura sproporzionata.
Anche la Facua, un’organizzazione non governativa in difesa dei diritti dei consumatori, in un comunicato ha bollato come eccessiva la chiusura dell’applicazione:
“È come chiudere Internet perché ci sono siti web che ospitano illegalmente contenuti protetti da copyright, o tagliare tutti i segnali televisivi perché ci sono canali pirata”.
Eccesso di zelo che inevitabilmente fa pensare ad un atteggiamento di malcelata diffidenza nei confronti di Telegram.
Già prima della vicenda spagnola l’applicazione era stata oggetto di iter giudiziari che ne hanno determinato l’esclusione dagli app store, con successive riammissioni.
Telegram dà fastidio ai potenti
Ma dietro le accuse di ospitare gruppi estremisti e di violazione dei diritti d’autore potrebbe esserci un mero motivo commerciale: la società fondata nel 2013 dai fratelli di origine russa Nikolai e Pavel Durov è diventata negli anni alternativa e antagonista di Whatsapp. Non solo a causa dei frequenti down delle piattaforme del gruppo Meta ma anche per la facilità di inviare file di grandi dimensioni e soprattutto per le maggiori garanzie di sicurezza dei dati rispetto alle applicazioni antagoniste.
E i dati, ormai è noto, sono l’oro nero per i moderni accumulatori di ricchezza.
In coda al servizio in contributo di Flavius Florin Harabor consulente web, autore, esperto di Telegram.
https://www.byoblu.com/2024/03/25/telegram-sospeso-misura-preoccupante-in-spagna/