Nel 1945 un musicologo italiano, Remo Giazotto, trova tra le rovine di Dresda distrutta dal più devastante bombardamento della II guerra mondiale, frammenti di un manoscritto di Tommaso Albinoni, contenenti appena un accenno di linea del basso per un'opera che il musicista veneto aveva in progetto di realizzare, due secoli prima.
Ne trae spunto per il famoso "Adagio per archi ed organo" impropriamente attribuito ad Albinoni, ma che in realtà è al 90% frutto del lavoro dello stesso Remo Giazotto.